martedì 13 maggio 2014

Perseverare è umano...desistere è diabolico

Sono pochi i libri che leggo tutto d'un fiato, di norma i saggi non rientrano in quest'insieme. Un po' il dover elaborare nuove informazioni, un po' la pesantezza della giornata lavorativa, non sono letture che scorrono rapide. Eccezione alla regola, probabilmente grazie all'uso di un linguaggio agile e non tecnico, è "Perseverare è umano" di Pietro Trabucchi. Non credo di essere qualificato per recensire un libro, voglio quindi esclusivamente esporre i punti salienti e soprattutto i motivi per cui lo considero un libro interessante, non solo per lo sportivo di endurance.
Il libro ruota intorno all'argomento"Resilienza", un termine preso in prestito dall' ingegneria. Questa proprietà, definita come la capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive, viene riutilizzata in ambito psicologico. L'autore è uno psicologo, oltre che uno sportivo di resistenza, che studia da anni i metodi per migliorare la resilienza non solo degli atleti ma di qualunque persona coinvolta in una determinata attività. Viene data ad inizio libro una veloce spiegazione dei substrati psico-fisici, evoluzionistici, psicologici riguardanti la resilienza nell'essere umano, smontando via via numerosi luoghi comuni e semplificazioni. Interessanti sono i passi auto-biografici, riguardanti esperienze sportive estreme dell'autore, che dimostrano i concetti espressi nonchè le difficoltà intrinseche all'applicazione reale della teoria.
La resilienza è direttamente connessa con processi di automotivazione, secondo cui le risorse alle quali la persona attinge non si trovano nel mondo esterno, ma dentro se stessi. Può sembrare una frase new-age, ad effetto, ma racchiude una tremenda verità. Spesso per poter condurre una certa attività si ricerca un rinforzo esterno, un contentino, un incentivo, o semplicemente si ricerca una persona che ci sproni nel nostro agire (pur sempre un aiuto esterno). Secondo l'autore, queste strategie sono fallimentari nel medio-lungo termine, non sono sufficienti a matenere viva la voglia di faticare e soffrire. Nella mia piccola esperienza personale non posso che dire di esser d'accordo, quante volte ci si impegna in qualcosa senza portare a termine metà del lavoro, dopo un iniziale entusiasmo, proprio per mancanza di stimoli esterni? Nel libro si evidenzia come l'unico modo per automotivarsi sia impegnarsi in qualcosa non ricercando all'esterno la propria motivazione, ma migliorando il proprio senso di competenza (autoefficacia); ciò rinforza positivamente la nostra motivazione inducendo un aumento nell'impegno, in un circolo virtuoso in cui l'atleta-praticante si sentirà sempre più incentivato a migliorarsi, acquisendo nuove competenze e godendone dei benefici psicologici conseguenti.
Non voglio svelare molto di più, nè dare ulteriori giudizi. Termino con alcune citazioni e l'indice, spero di aver incuriosito qualcuno, come lo fui io un mesetto fa prima dell'acquisto; il libro non è rivolto esplicitamente agli addetti ai lavori, non troverete tecniche miracolose per migliorare la vostra motivazione o quella altrui, anzi... pensandoci bene, forse proprio per questo è consigliabile anche agli addetti ai lavori :-)


"Noi influenziamo gli altri attraverso la relazione, un processo che si costruisce faticosamente nel tempo"

"Il primo grande demotivatore è il mito del talento, [...] un uso troppo semplicistico e distorto della genetica contribuisce a rinforzare questa mentalità"

"La motivazione intrinseca ha una base biologica profonda;  [...] La motivazione, basata sul senso di competenza, è molto più forte e duratura di qualsiasi spinta generata dalla manipolazione, o da rinforzi esterni."
INDICE:

Prefazione di Bruno Brunod
  • Parte Prima. Resilienza e motivazione
Capitolo 1 Perseverare è umano
Capitolo 2 Impegno,Talento, Motivazione
Capitolo 3 Automotivazione: cos'è, da dove viene, come funziona
  • Parte Seconda. Sviluppare la resilienza individuale, sostenere l'auotomotivazione.
Capitolo 4 Convincersi di farcela, tenere duro: i due cardini dell'automotivazione
  • Parte Terza Sostenere resilienza e motivazione nelle organizzazioni
Capitolo 5 Primum non nocere. Le condizioni che sostengono l'automotivazione nelle organizzazioni e in famiglia
Capitolo 6 Individualità straordinarie che condividono obiettivi : il dilemma dell'ultramaratoneta