lunedì 11 aprile 2016

FATICA
Croce e Delizia




La percezione della fatica durante l'esercizio fisico è vista dallo sportivo come la sensazione corretta durante una determinata attività svolta. La mancanza di fatica è spesso vista come indice di inutilità e inefficacia, ed è correlata di solito ad un'insufficiente intensità dell'esercizio. Il tutto è riassumibile con la classica forma anglosassone “No pain No gain”. Prima di chiedersi se sia giusto o sbagliato affaticarsi fino allo stremo per migliorare le proprie performances, è importante soffermarsi su una domanda fondamentale: cos'è la fatica?

La fatica ha due definizioni principali:

  1. è la riduzione nella capacità di generare forza e/o potenza;
  2. è l'inabilità di mantenere la forza-potenza richiesta o aspettata.
Il sistema nervoso centrale (SNC) e i muscoli si influenzano reciprocamente nella percezione della fatica. Il principale imputato, il SNC, è influenzato da:

  • concentrazione di glucosio sanguigno
  • ipertermia
  • dolore
  • caffeina
  • anfetamine
  • esperienze
  • passate
  • emozioni
  • motivazione


Fatica nella sprinting performance

Durante esercizi ad altissima intensità vi è eccedenza di K+ extracellulare. Una strategia usata per aumentare la resistenza alla fatica durante le ripetute ad alta intensità è stata l'integrazione di creatina, ciò aumenta la potenza in uscita. La perdita di glicogeno nelle attività di sprint non risulta un problema chiave.
Vi sono alcuni meccanismi fisiologici di miglioramento:
  • aumento attività pompa Na/k
  • aumento capacità di buffering dei muscoli
  • aumento del trasporto di H+ e lattato muscolare
  • aumento di enzimi glicolitici
  • Aumento della VO2 max e capacità ossidativa muscolare

Non ci sono evidenze invece che tra i meccanismi di miglioramento della performance di sprint vi sia un cambio della fibre muscolari, mentre vi sono evidenze che ciò avvenga per il training di endurance, come processo fisiologico di adattamento.

Fatica nella endurance performance

VO2 max e capacità ossidativa muscolare sono analizzabili tramite test di soglia del lattato, sono caratteristiche importanti per la performance. La capacità di trasporto di O2 è direttamente correlata alla VO2 max. La capacità ossidativa muscolare è invece fattore importante per migliorare la soglia del lattato. I fattori determinanti la performance di endurance sono:
  • Performance di VO2 → soglia di lattato → massimo consumo di O2
  • Performance deficit O2 → capacità di buffering totale
  • Efficienza meccanica

Durante lunghi esercizi vi è rilascio massivo di K+ dei muscoli scheletrici, inoltre la quantità di glicogeno influenza la sensazione di fatica, ma ancor di più dove esso è stipato.
Il glucosio sanguigno influenza il funzionamento del cervello e quindi la “fatica centrale”. Tramite l'ingestione di carboidrati durante una gara si rallenta l'arrivo della fatica ma non la si elimina. L'ipertermia diminuisce la performance più per l'effetto sul SNC che sulla funzione muscolare. Si può quindi desumere che le strategie estrinseche per limitare la sensazione di fatica sia avere una corretta idratazione con reintegro di ioni k+, nonché ingerire carboidrati che aumentino i livelli di glucosio sanguigno, infine evitare l'ipertermia non esponendosi ad allenamenti in condizioni di estremo calore e forte umidità.

Fonti:

Corso di “Exercise physiology” tenuto dal Prof. Mark Hargreaves Phd dell'University of Melbourne.